Vissuto dal 1896 al 1986, è a Napoli dal 1934 al 1936. Dopo la tragica esperienza durante la prima guerra mondiale e il lungo soggiorno da lui sofferto in Macedonia, è disposto a tutto ed anche a sopportare i disagi della comunità del Luzzatti ancora nei suoi primi anni di vita. Il periodo napoletano è esattamente quello della riedificazione della chiesa, quando pezzo pezzo vengono trasportati marmi preziosi e tele di valore dalla cappella della congrega dei falegnami (quartiere 5. Giuseppe) nell'attuale via Bussola: basta pensare al presepe ligneo (di Giovanni da Noia) e alla pala dell'Epifania (di B. da Pistoia), opere del '500, al gruppo marmoreo dell'Eterno Padre (del Sammartino) e alla tela del Transito di 5. Giuseppe (del Solimena), espressione del '700 napoletano. P. Mario può assistere anche alla ricomposizione degli affreschi della volta, che sono poi andati distrutti. La sua disponibilità lo porta ad esprimersi in tanti