Il centro di Napoli divenne un cantiere e con esso il rione S. Giuseppe in carità. Furono costruiti i palazzi della questura, delle poste, dell'ONMI, furono abbattuti edifici. Anche per il tempio di S. Giuseppe Maggiore non c'era più posto ed occorreva sacrificarlo alle nuove esigenze edilizie. Intanto, in un'altra zona di Napoli, un po' in periferia, sorgeva un complesso di edifici anch'essi nuovi intitolato a Luigi Luzzatti in cui, dalla metà degli anni 20 si
sentiva la presenza dei Padri Giuseppini del Murialdo chiamati a Napoli dal Cardinale Ascalesi perchè vi svolgessero il loro apostolato. Nel rione Luzzatti, essi dirigevano la parrocchia della Sacra Famiglia, in una chiesetta minuscola, di 60 mq. di superficie,
che si trovava in via Taddeo da Sessa, attuale via S. Leonardo Murialdo. I mezzi a loro disposizione erano pochissimi ma la buona volontà tanta per cui erano riusciti a conquistarsi l'affetto della popolazione e la stima dei superiori. Per le loro iniziative ed il loro apostolato occorreva una chiesa più vasta, ma i vari tentativi presso le autorità ecclesiastiche e civili non approdarono a nulla. Fu allora che il Card. Ascalesi, decise di sottrarre la chiesa di via Medina al suo destino e di ricostruirla nel rione Luzzatti, affidandola ai Padri Giuseppini.
Il progetto non era semplice: la chiesa andava abbattuta con molta cura ed attenzione, per preservare tutto ciò che conteneva. L'opera fu affidata all'arch. Roberto Siano che dimostrò una perizia ed una sollecitudine davvero straordinarie,