Tra tutte le strutture dell'opera, il campanile fu quello che aveva subito maggiori danni dal terremoto, fu dichiarato pericolante, al secondo posto veniva la casa canonica, e poi la chiesa. Per la comunità parrocchiale non c'era un posto dove riunirsi.
La Chiesa di S. Giuseppe e la canonica iniziano un periodo di abbandono in attesa dell'intervento di risanamento da parte delle istituzioni pubbliche. Fu subito evidente che si prevedevano tempi lunghi per la ristrutturazione, perché erano molte le opere
pubbliche bisognose d'intervento a seguito del terremoto, e molte di queste interessavano i monumenti più importanti della chiesa di S. Giuseppe.
Ma il parroco, p. Gerardo Capuozzo, con la sua tenacia, ridusse al minimo i tempi per la ristrutturazione. Egli con tenacia scrisse, bussò, infastidì, tutti quelli che potevano rendere possibile il ricongiungimento dei fedeli dei rioni Luzzatti ed Ascarelli con la loro chiesa.