Nel mese di Febbraio del 1981 il parroco, don Gerardo Capuozzo, chiamò un ingegnere per visionare la Chiesa e la casa canonica, le quali non sembravano aver subito danni consistenti dall'evento tellurico, tranne qualche screpolatura d'intonaco, il distacco di alcuni marmi e la rottura delle vetrate. La perizia del tecnico fu subito allarmante, veniva dichiarato grave sia lo stato della Chiesa che quello della canonica. Qualche giorno dopo la Protezione Civile confermò il giudizio d'inagibilità delle strutture vietando l'accesso dei luoghi al pubblico. Davanti alla chiesa fu eretto un muro in tufo alto 1.20 metri, per impedire
la circolazione delle auto. Cominciava un duro periodo anche per i padri giuseppini, che per qualche giorno furono ospitati a S. Giuseppe Vesuviano, ma subito dopo trovarono alloggio in un appartamento all'ultimo piano del fabbricato dell'ufficio postale, uno dei pochi rimasti agibili.
Il segno più evidente del passaggio del terremoto sulla chiesa di S. Giuseppe fu il distacco degli intonaci esterni e la rottura di quasi tutte le vetrate.
Per evitare l'aggravio dello stato di deterioramento dell'edificio, a seguito della dichiarazione d'inagibilità della chiesa, fu necessario ripristinare interamente le vetrate e i relativi infissi.