Gli scout dell'AGESCI e i ragazzi dell'ACI si diedero da fare per montare un accampamento con le tende messe a disposizione dalla Protezione Civile, per accogliere le molte famiglie rimaste senza case a seguito della dichiarazione d'inagibilità di tutte le palazzine dell'IACP.
Nei giorni che seguirono il terremoto, il rione Luzzatti fu invaso da squadre di pompieri che, armate di grosse scale mobili e di attrezzi di vario genere, si aggiravano tra i fabbricati deserti per verificarne
lo stato di agibilità e rimuovere gli strati d'intonaco staccatosi dalle pareti ormai pericolanti.
Terminata la paura del terremoto e concluse le perizie tecniche, le case furono dichiarate agibili, ma bisognose di un intervento radicale, a base di cemento armato. Le famiglie poterono tornare finalmente nelle loro case. I palazzi furono ingabbiati in castelli di tubi innocenti, e circondati da ponteggi in legno sui quali lavoravano migliaia di muratori i quali perforavano le pareti dei palazzi con grosse trivelle facendoli somigliare a una gruviera. Nei fori venivano versati, mediante grossi e rumorosi compressori, tonnellate e tonnellate di cemento liquido, che spesso fuoriusciva lasciando grosse macchie grigie sulle pareti martoriate.