La zona industriale veniva, un poco alla volta sgombrata dai materiali e dalle truppe. Qualche raro abitante incominciò a comparire tra i ruderi e in qualche scantinato rimasto illeso. S'incominciò a celebrare la Messa alla domenica dove si poteva, sotto qualche arco, in mezzo alla strada. Dal giugno 1943 al giugno del 1945 non ci fu un battesimo, nè un matrimonio. Man mano che qualche palazzo fu rimesso in piedi, si trovò qualche posto più decente per l'amministrazione dei sacramenti.
Il parroco poteva prendere alloggio in una stanza privata. Fu sua cura sgomberare dalle macerie la sagrestia, che rimaneva la più illesa tra tante rovine e dare un pò più di forma alle funzioni religiose ; però non si poteva
conservare il SS. Sacramento perché pioveva da tutte le parti e mancava qualsiasi sicurezza. Incominciò un lavoro massacrante e duro. Battere alla porta delle autorità perché si sollecitasse la ricostruzione della casa parrocchiale e la riparazione della chiesa; bussare alle porte dei primi abitanti per domandare la carità e provvedere alle prime necessità del servizio religioso, era il lavoro di tutti i giorni. Mancava tutto, si dovette incominciare dalle piccole inezie, sia per la casa che per la chiesa.
Si diede inizio alla ricostruzione della casa parrocchiale. Il parroco dovette abbandonare la stanza privata e alloggiare sotto il tetto della chiesa, nella cantoria, per salvare ciò