- Le origini della chiesa di S. Giuseppe risalgono agli inizi del 1500, quando la congrega dell'arte dei mannesi edificò una cappella nella zona della Carità, allora ricca di orti, poco lontano dal Maschio Angioino, in quella che è oggi via Medina, dedicandola a S. Giuseppe falegname, loro patrono. La cappella crebbe ben presto d'importanza e su disegno dell'architetto napoletano Gabriele D. Agnolo, al suo posto fu edificato un tempio che fu chiamato S. Giuseppe Maggiore, per distinguerlo da altri di minore rilievo e che diede il nome a tutto il rione di Monteoliveto, appunto la sezione S. Giuseppe in Carità. La chiesa fu anche sede dell'arciconfraternita dei falegnami, che divenne una
delle istituzioni benefiche della città, assistendo gli infermi e i falegnami privi di mezzi e fornendo doti alle figlie povere dei maestri delle arti del rione e nel 1549 venne legalmente riconosciuta dal vicerè di Napoli, conte Olivarez.
Nel settecento Napoli, dopo un breve periodo di viceregno austriaco, che aveva sostituito quello spagnolo, ritornò ad essere capitale di un regno per opera di Carlo di Borbone, figlio secondogenito di Filippo V di Spagna, erede dei tesori della casa Farnese, per parte di madre. La personalità eminente e mecenate del nuovo monarca fu promotrice di un notevole movimento culturale e artistico in tutto il regno, ed in particolare a Napoli.