contemporanea. Altra opera cinquecentesca presente nella chiesa è la pala detta della Epifania, esposta nella prima arcata cieca della chiesa, a sinistra rispetto all'ingresso. L'opera datata 1623 è di Bartolomeo Guelfo da Pistoia, pittore toscano che lavorò molto nel viceregno, soprattutto in Basilicata e in Puglia. Seguace del Perugino, nell' "Epifania" il pittore mostra di aver mutuato dal maestro la solidità dell'impianto e gli ampi panneggi, che danno
rilievo ai personaggi, lo studio della composizione spaziale, che si manifesta nel paesaggio di fondo, e del colore, un caldo color oro che pervade il dipinto, fonde in un tutto armonico i vari elementi. Nel Battistero , situato a
sinistra dell'entrata principale, vi è, oltre ad un catino in marmo policromo con teste d'angelo, un bassorilievo, pure cinquecentesco raffigurante Mosè che fa scaturire l'acqua dalla roccia probabilmente di scuola michelangiolesca o, come riferisce il Celano, della scuola di Giovanni da Nola. Della fine del sec. XVI o forse degli inizi del XVII è una tavola della Assunta, ispirata all'Assunzione della Vergine di Marco Pino, opera di un ignoto
pittore napoletano; è un dipinto dai colori molto vivi, in cui la figura della Vergine è nettamente staccata dalle altre, attirando così lo sguardo dell'osservatore, ma che denuncia,