Dentesano

Italo

31.12.1912

Dalla sua terra nativa, aveva ereditato i caratteri friulani della sua personalità: la laboriosità, la serietà, l’applicazione, una certa timidezza, l’amore per la natura. Molto legato e riconoscente alla sua famiglia contadina, in particolare alla sorella, che affettuosamente ricordava come “buon angelo custode della sua vocazione”, aveva con coraggio seguito la sua vocazione in anni di “dura e nera miseria specie gli anni lunghi della guerra lassù ai confini”. Il cammino verso la consacrazione giuseppina lo aveva visto svolgere il noviziato a Rivoli nel 1931 e la professione perpetua il 17 luglio 1937 a Montecchio Maggiore. Si era cimentato in esperienze di educazione con i ragazzi più bisognosi prima a Roma presso il Tata Giovanni, poi presso la Colonia Agricola della Bufalotta e, infine, a Cesena presso il Lugaresi. I suoi studi teologici si svolsero a Viterbo/La Quercia, dove coronò il sogno di essere sacerdote il 28 giugno 1942. Nonostante i suoi motli impegni, tra i quali quello a Segezia(Foggia), con i bambini dell'assistenza sociale, ottenne la laurea in agraria nel '57. A seguito dell'abilitazione in matematica e scienze, insegna dal 57 all' 85 svolgendo anche il ruolo di direttore economo e confessorre, in particolare nel santuario dell'Ecce Homo. La terra calabra fu veramente “una cara terra di adozione con circa trent’ anni di permanenza apostolica fatta di bene, di sacrifici di ogni tipo, di solitudine, di lavoro intelligente nel rapporto con tante autorità, di confidente dialogo con il SS. mo Ecce Homo, di incontro con la gente umile e affettuosa del paese di Dipignano, di tanto interessamento per ottenere incredibili cantieri di lavoro, di servizio alla nostra Scuola Apostolica”. Al ritiro dalla sua presenza dalla comunità giuseppina viene a Napoli, dove è ricordato soprattutto per l'apostolato agli ammalati e la disponibilità al ministero della confessione.