Gottardo

Giuseppe

01.04.1924

Nato a Campodoro (Pd) aveva iniziato il cammino vocazionale presso il seminario di Montecchio Maggiore e le scuole superiori presso il seminario di Vicenza. Dopo il postulato a Riva del Garda, svolse il noviziato a Vigone (To) nel 1947 e la prima professione religiosa il 30-09-1948. Da giovane, la prima esperienza come impegno apostolico fu con i ragazzi e i giovani del Patronato di Vicenza. Quindi, si avviò agli studi di teologia a Viterbo dal 1950 al 1954 per essere ordinato al termine sacerdote il 03-04-1954. Il suo gioioso ministero sacerdotale e apostolico riprese con entusiasmo come insegnate tra i ragazzi di Thiene dal 1954-59, quindi passò a Treviso (1959-60) e ancora a S. Marinella (1960-61). Sono tre i grandi amori verso cui spese tutte le energie della maturità: la Spagna, Rossano e, in misura minore, Napoli. Il grande salto geografico, determinato proprio dall’entusiasmo e la passione che investiva nelle cose a lui affidate lo portò in Spagna, dove la Congregazione di S. Giuseppe cercava di crescere e meglio radicarsi: nella comunità di Siguenza, impegnandolo come promotore vocazionale per quindici anni (61-77), poi come direttore(77-80), quindi come economo a Orduna, poi a Madrid (83-86) e infine concluse l’esperienza spagnola nella sua Siguenza nel 86-89. Successivamente si concesse una sosta: un anno sabbatico (1989/90) a Viterbo; un tempo di recupero, di ricaricamento, di riordino spirituale e psicologico. Quindi l’inserimento a Rossano (Cs) : l’amore e la dedizione di p. Giuseppe per la comunità di Rossano trova concreta testimonianza nei tanti volti incrociati, nelle tante mani strette in un saluto, nelle tante preghiere condivise, nei tanti sorrisi donati, nei tanti incontri ricercati, nelle tante foto imprevedibili, nei tanti indirizzi della sua gente, raccolti con cura nei suoi quaderni… Infine, l’ultimo sogno: ripartire per “obbedienza” verso Napoli. Qui egli ritrovò il suo slancio “missionario”, annunciatore fedele e creativo del vangelo: sempre più tra la gente, con la gente, con i suoi malati, le sue famiglie, il suo quartiere Ascarelli. Il vescovo di Rossano ha riassunto così la sua eredità umana e spirituale: “Il Signore lo aveva arricchito non solo di doni di grazia, ma anche di natura. Egli è stato sempre capace di relazioni umane vere, autentiche, nella vocazione ad essere e a costruire comunione. E’ stato, il suo, un servizio d’amore caratterizzato da sorridente accoglienza. Dotato di equilibrato umorismo, ha saputo sdrammatizzare situazioni difficili e imbarazzanti. Conversare con lui era piacevole; ha custodito e rigenerato l’immagine del Padre che prende forma in ogni uomo, specialmente nei piccoli, negli ultimi. Portatore e trasmettitore di gioia, si rese sempre amabile. Per questo il suo ricordo è in benedizione”. La salma riposa nel cimitero di famiglia.